Comunicazione medico paziente

Roberta Milanese, Simona Milanese

Il tocco, il rimedio,
la parola

La comunicazione medico-paziente
come strumento terapeutico

editore: Ponte alle Grazie
eBook


“Ogni paziente dovrebbe sentirsi un po’ meglio dopo la visita
del medico, a prescindere dalla natura della sua malattia”

Warfield Theobald Longcope

L’ultimo secolo ha visto enormi progressi scientifici e tecnologici in molti campi, e quello medico non fa eccezione. Abbiamo strumenti diagnostici raffinati, cure potenti, strumenti di prevenzione accurati, conoscenze in rapida espansione: questa dovrebbe essere l’età d’oro della medicina. Tuttavia, soprattutto nella cura e prevenzione delle malattie croniche, vera sfida per il medico moderno, i risultati di questo enorme sforzo tecnologico e scientifico sono a dir poco deludenti.

Uno dei principali determinanti della crisi della medicina moderna è il deterioramento della relazione medico-paziente, da sempre parte fondamentale del processo di cura.

Nel paradigma medico classico centrato sulla malattia, scompare l’alleanza ippocratica tra medico e malato: il medico dialoga direttamente con la patologia, mettendo il malato quasi tra parentesi. Il paziente si sente sempre più sistema o organo colpito da malattia, e sempre meno persona.

Questo atteggiamento, unito all’inevitabile fenomeno dell’iper­specializzazione, la scarsa formazione dei medici agli aspetti relazionali, i ritmi di lavoro sempre più stressanti e le lungaggini burocratiche, hanno impoverito notevolmente la dimensione umana dell’arte medica, rendendo il rapporto con il paziente sempre più distaccato e frettoloso: il medico è oggi percepito dai pazienti più come un tecnico-burocrate, distante sotto il profilo umano, che come una persona cui affidare le proprie sofferenze. Il malessere della relazione si riflette anche nella crescente conflittualità tra i medici e i loro pazienti, come evidenziato dall’aumento vertiginoso dei contenziosi.

La capacità del medico di comunicare efficacemente e di creare una buona relazione è un elemento fondamentale del processo di cura, poiché influenza la prognosi sia indirettamente, attraverso una maggiore compliance, cioè l’osservanza delle prescrizioni, sia direttamente: è infatti dimostrato che indurre nel paziente aspettative positive incrementa l’efficacia del trattamento.  Una buona comunicazione tra medico e paziente influisce quindi positivamente sugli esiti della cura, sulla qualità di vita dei pazienti e sul senso di efficacia del medico, riducendone il burnout; contiene i costi del sistema sanitario, limita i conflitti e le denunce, fa risparmiare tempo. Ecco perché le abilità comunicative e relazionali non possono essere più considerate “accessorie” ma devono tornare ad essere una componente fondamentale della professionalità del medico.

Ippocrate diceva che: “Sapere che tipo di persona ha una determinata malattia conta di più che sapere quale tipo di malattia ha quella persona”. Dopo 2500 anni il suo insegnamento non potrebbe essere più valido: nonostante tutti i progressi fatti dalla scienza e dalla tecnologia, la natura umana è rimasta essen­zialmente la stessa e gli elementi fondamentali dell’operare del medico rimangono sempre «il tocco, il rimedio, la parola».

Il modello strategico si applica perfettamente ai contesti sanitari, nei quali è indispensabile affiancare alle competenze tecniche specifiche, abilità comunicative e persuasorie.

I corsi e le consulenze, rivolti a tutte le professioni sanitarie (medici, infermieri, fisioterapisti e personale sanitario in genere) riguardano:

  • Comunicazione efficace con paziente e familiari
  • Tecniche comunicative per aumentare l’aderenza ai trattamenti (compliance)
  • La comunicazione come strumento di cura
  • Tecniche comunicative per gestire i conflitti col paziente e ridurre la probabilità di contenziosi
  • Gestione dei conflitti con i colleghi e i collaboratori
  • Il benessere del sanitario: prevenzione della sindrome da burnout

Comunicazione medico paziente

Roberta Milanese, Simona Milanese

Il tocco, il rimedio,
la parola

La comunicazione medico-paziente
come strumento terapeutico

editore: Ponte alle Grazie
eBook

Nel v secolo a.C. Ippocrate aveva già formulato una «ricetta» estremamente efficace e universale: solo «il tocco, il rimedio, la parola» possono davvero guarire. Sono passati più di due millenni, eppure gli insegnamenti del padre della medicina sembrano del tutto ignorati. Paradossalmente, gli enormi passi avanti in campo scientifico e tecnologico hanno fornito ai medici di oggi strumenti potentissimi dal punto di vista diagnostico, terapeutico e farmacologico, rendendo tuttavia il rapporto tra medico e paziente sempre più distaccato e frettoloso. L’iperspecializzazione e al tempo stesso la scarsa formazione agli aspetti relazionali della professione, i ritmi di lavoro sempre più stressanti e le lungaggini burocratiche non fanno che peggiorare la situazione. Le autrici affrontano numerosi meccanismi psicologici che entrano in gioco nella relazione tra medico e assistito – come ottenere la compliance del paziente, come sfruttare il celebre effetto placebo e insieme scongiurare l’effetto nocebo o il fenomeno dell’overdiagnosis, sintomo di una società sempre più ipocondriaca. L’approccio è di tipo strategico, con un’ampia casistica di accorgimenti linguistici e suggestivi utili per non incorrere nelle trappole che incidono negativamente sull’esito del trattamento. Una buona comunicazione influisce direttamente sull’efficacia e l’efficienza della cura, con ripercussioni positive sulla qualità della vita dei pazienti e del sistema sanitario in generale: il medico, quando veste i panni del «persuasore strategico», non solo fa sentire meglio il paziente, persino nei casi più gravi, ma si sente meglio a sua volta, evitando peraltro la sempre più diffusa sindrome del burnout. In tutti i sensi, quindi, «curare» significa prendersi cura della persona, prima ancora che della malattia.

Comunicazione medico paziente

Roberta Milanese, Simona Milanese

Il tocco, il rimedio,
la parola

La comunicazione medico-paziente
come strumento terapeutico

editore: Ponte alle Grazie
eBook

“Ogni paziente dovrebbe sentirsi un po’ meglio dopo la visita
del medico, a prescindere dalla natura della sua malattia”

Warfield Theobald Longcope

L’ultimo secolo ha visto enormi progressi scientifici e tecnologici in molti campi, e quello medico non fa eccezione. Abbiamo strumenti diagnostici raffinati, cure potenti, strumenti di prevenzione accurati, conoscenze in rapida espansione: questa dovrebbe essere l’età d’oro della medicina. Tuttavia, soprattutto nella cura e prevenzione delle malattie croniche, vera sfida per il medico moderno, i risultati di questo enorme sforzo tecnologico e scientifico sono a dir poco deludenti.

Uno dei principali determinanti della crisi della medicina moderna è il deterioramento della relazione medico-paziente, da sempre parte fondamentale del processo di cura.

Nel paradigma medico classico centrato sulla malattia, scompare l’alleanza ippocratica tra medico e malato: il medico dialoga direttamente con la patologia, mettendo il malato quasi tra parentesi. Il paziente si sente sempre più sistema o organo colpito da malattia, e sempre meno persona.

Questo atteggiamento, unito all’inevitabile fenomeno dell’iper­specializzazione, la scarsa formazione dei medici agli aspetti relazionali, i ritmi di lavoro sempre più stressanti e le lungaggini burocratiche, hanno impoverito notevolmente la dimensione umana dell’arte medica, rendendo il rapporto con il paziente sempre più distaccato e frettoloso: il medico è oggi percepito dai pazienti più come un tecnico-burocrate, distante sotto il profilo umano, che come una persona cui affidare le proprie sofferenze. Il malessere della relazione si riflette anche nella crescente conflittualità tra i medici e i loro pazienti, come evidenziato dall’aumento vertiginoso dei contenziosi.

La capacità del medico di comunicare efficacemente e di creare una buona relazione è un elemento fondamentale del processo di cura, poiché influenza la prognosi sia indirettamente, attraverso una maggiore compliance, cioè l’osservanza delle prescrizioni, sia direttamente: è infatti dimostrato che indurre nel paziente aspettative positive incrementa l’efficacia del trattamento.  Una buona comunicazione tra medico e paziente influisce quindi positivamente sugli esiti della cura, sulla qualità di vita dei pazienti e sul senso di efficacia del medico, riducendone il burnout; contiene i costi del sistema sanitario, limita i conflitti e le denunce, fa risparmiare tempo. Ecco perché le abilità comunicative e relazionali non possono essere più considerate “accessorie” ma devono tornare ad essere una componente fondamentale della professionalità del medico.

Ippocrate diceva che: “Sapere che tipo di persona ha una determinata malattia conta di più che sapere quale tipo di malattia ha quella persona”. Dopo 2500 anni il suo insegnamento non potrebbe essere più valido: nonostante tutti i progressi fatti dalla scienza e dalla tecnologia, la natura umana è rimasta essen­zialmente la stessa e gli elementi fondamentali dell’operare del medico rimangono sempre «il tocco, il rimedio, la parola».

Il modello strategico si applica perfettamente ai contesti sanitari, nei quali è indispensabile affiancare alle competenze tecniche specifiche, abilità comunicative e persuasorie.

I corsi e le consulenze, rivolti a tutte le professioni sanitarie (medici, infermieri, fisioterapisti e personale sanitario in genere) riguardano:

  • Comunicazione efficace con paziente e familiari
  • Tecniche comunicative per aumentare l’aderenza ai trattamenti (compliance)
  • La comunicazione come strumento di cura
  • Tecniche comunicative per gestire i conflitti col paziente e ridurre la probabilità di contenziosi
  • Gestione dei conflitti con i colleghi e i collaboratori
  • Il benessere del sanitario: prevenzione della sindrome da burnout

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