Comunicazione medico paziente
Il tocco, il rimedio,
la parola
come strumento terapeutico
editore: Ponte alle Grazie
eBook
del medico, a prescindere dalla natura della sua malattia”
Warfield Theobald Longcope
L’ultimo secolo ha visto enormi progressi scientifici e tecnologici in molti campi, e quello medico non fa eccezione. Abbiamo strumenti diagnostici raffinati, cure potenti, strumenti di prevenzione accurati, conoscenze in rapida espansione: questa dovrebbe essere l’età d’oro della medicina. Tuttavia, soprattutto nella cura e prevenzione delle malattie croniche, vera sfida per il medico moderno, i risultati di questo enorme sforzo tecnologico e scientifico sono a dir poco deludenti.
Uno dei principali determinanti della crisi della medicina moderna è il deterioramento della relazione medico-paziente, da sempre parte fondamentale del processo di cura.
Nel paradigma medico classico centrato sulla malattia, scompare l’alleanza ippocratica tra medico e malato: il medico dialoga direttamente con la patologia, mettendo il malato quasi tra parentesi. Il paziente si sente sempre più sistema o organo colpito da malattia, e sempre meno persona.
Questo atteggiamento, unito all’inevitabile fenomeno dell’iperspecializzazione, la scarsa formazione dei medici agli aspetti relazionali, i ritmi di lavoro sempre più stressanti e le lungaggini burocratiche, hanno impoverito notevolmente la dimensione umana dell’arte medica, rendendo il rapporto con il paziente sempre più distaccato e frettoloso: il medico è oggi percepito dai pazienti più come un tecnico-burocrate, distante sotto il profilo umano, che come una persona cui affidare le proprie sofferenze. Il malessere della relazione si riflette anche nella crescente conflittualità tra i medici e i loro pazienti, come evidenziato dall’aumento vertiginoso dei contenziosi.
La capacità del medico di comunicare efficacemente e di creare una buona relazione è un elemento fondamentale del processo di cura, poiché influenza la prognosi sia indirettamente, attraverso una maggiore compliance, cioè l’osservanza delle prescrizioni, sia direttamente: è infatti dimostrato che indurre nel paziente aspettative positive incrementa l’efficacia del trattamento. Una buona comunicazione tra medico e paziente influisce quindi positivamente sugli esiti della cura, sulla qualità di vita dei pazienti e sul senso di efficacia del medico, riducendone il burnout; contiene i costi del sistema sanitario, limita i conflitti e le denunce, fa risparmiare tempo. Ecco perché le abilità comunicative e relazionali non possono essere più considerate “accessorie” ma devono tornare ad essere una componente fondamentale della professionalità del medico.
Ippocrate diceva che: “Sapere che tipo di persona ha una determinata malattia conta di più che sapere quale tipo di malattia ha quella persona”. Dopo 2500 anni il suo insegnamento non potrebbe essere più valido: nonostante tutti i progressi fatti dalla scienza e dalla tecnologia, la natura umana è rimasta essenzialmente la stessa e gli elementi fondamentali dell’operare del medico rimangono sempre «il tocco, il rimedio, la parola».
Il modello strategico si applica perfettamente ai contesti sanitari, nei quali è indispensabile affiancare alle competenze tecniche specifiche, abilità comunicative e persuasorie.
I corsi e le consulenze, rivolti a tutte le professioni sanitarie (medici, infermieri, fisioterapisti e personale sanitario in genere) riguardano:
- Comunicazione efficace con paziente e familiari
- Tecniche comunicative per aumentare l’aderenza ai trattamenti (compliance)
- La comunicazione come strumento di cura
- Tecniche comunicative per gestire i conflitti col paziente e ridurre la probabilità di contenziosi
- Gestione dei conflitti con i colleghi e i collaboratori
- Il benessere del sanitario: prevenzione della sindrome da burnout